Continua il racconto della storia di Post Scriptum, che ogni due venerdì ripercorrerà i primi dieci anni di attività della nostra casa editrice, grazie alla penna irriverente di Lord Fiddlebottom, che ci mette sotto torchio per farsi raccontare gli errori che abbiamo fatto e poi ce li rinfaccia senza pietà!
Leggiamo quindi insieme come andarono le cose quando si trattò di pubblicare il primo gioco di Post Scriptum:
Quando Mario Scriptum e Matteo Post
decisero di intraprendere la strada dell’autoproduzione, non c’era
alcun dubbio, il gioco del secolo avrebbe portato soldi, fama, donne,
motori.
Ok, magari soldi, fama e motori.
Ok, magari soldi e motori.
Ok, magari soldi.
Ok.
POST & SCRIPTUM: la prima
produzione
Dopo pochissimi mesi da quell’IdeaG che spinse i nostri protagonisti a dedicarsi alla produzione diBauSquitMiao, Mario Scriptum aprì la partita IVA e prenotò lo
spazio per lo stand alla grande fiera del gioco a Essen, a Ottobre.
Qui bisognava fare sul serio. BauSquitMiao non poteva che essere un
grandissimo successo. Il gioco era stato testato ben 10, 12 volte, ed
era pronto, doveva essere solo trasformato in un gioiello di
produzione e grafica.
Proprio in quel momento, un Mario Scriptum del futuro stava cercando di far funzionare la macchina del
tempo per impedire lo scempio che sarebbe accaduto da lì a pochi
mesi.
Durante quell’estate, Mario Scriptum
e Matteo Post dovettero lavorare sodo per completare la produzione di
tutti i materiali: che gioia è stata ritrovarsi in mano quelle
plance così colorate (di rosa) e in quel cartone sottilissimo che
sembrava un foglio spesso… che emozione a maneggiare le carte da
defustellare (rosa) che, certo, bisognava essere un po’ delicati a
staccarle senza strappare i fogli… che piacere poter maneggiare
quegli adesivi da attaccare alle pedine e ai dadi, evidentemente
troppo grandi rispetto ai materiali in plastica… che sorrisi
comparivano quando si sfogliava il regolamento nel quale non era
indicato chiaramente quale fosse lo scopo del gioco...
Però c’era ancora da lavorare eh! I
materiali c’erano tutti, ora bisognava inserirli nelle scatole
(rosa), per poi rispedire alla tipografia per incellofanare il tutto.
Centinaia di confezioni da riempire di dadi, adesivi, plance e
regolamento, e da chiudere. Un lavoro lungo, faticoso. Ma la strada
per la gloria era vicina…
Settembre: le mille scatole di
BauSquitMiao erano ora pronte.
Prima tappa: Modcon.
Prima tappa: Modcon.
L’entusiasmo contagiò anche gli
altri giovani autori e amici dei nostri baldi protagonisti, loro
avevano fatto il primo passo!
Quel giorno BauSquitMiao vendette ben
50 copie. Agli amici piaceva, ai colleghi piaceva, mancava il mondo!
Ottobre: Essen.
Mario Scriptum e Matteo Post giunsero a
Essen con l’auto piena di centinaia copie del loro gioiello ludico.
Montarono lo stand in mezzo al pubblico
già presente in massa.
Ecco il primo cliente:
“Welcome! This is our first game!”
“Interesting! What’s the name of
this game?”
“BauSquitMiao!”
“WAS?”
I nostri protagonisti non fecero conto
del fatto che il loro bel gioco (rosa) aveva un titolo totalmente
non-sense per i teutonici ospiti della kermesse ludica.
Oddio, forse non
fecero nemmeno conto che il gioco fosse: complicato per i bambini,
infantile per i grandi, con materiali scadenti, con regolamento
scritto male, eccetera eccetera.
Mario Scriptum e Matteo Post tornarono
da Essen con l’auto piena di centinaia di copie del loro forse non
così prezioso gioiello ludico.
Cos’avevano sbagliato? Sembrava tutto
così… roseo! Forse i tedeschi non potevano capire la bellezza
di cotanto capolavoro color porcellino?
Accanto allo stand desolato di Mario e
Matteo, un loro amico, Paolo Scribabs, aveva un gioco con una grafica
bella, elegante, con un background accattivante... ma soprattutto, il
suo stand era sempre circondato da giocatori e acquirenti!
Qui bisognava cambiare strategia. Basta
con i colori sgargianti, con i materiali fragili, con i regolamenti
scritti male.
Bisognava fare come lui.